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Workshop del 26 Maggio 2022

In data 26/05/2022 si sono svolti i due Workshop previsti per i due deliverable relativi al Workpackage 5. In particolare si tratta dei deliverable 5.1.
Progetti di sistemi ottimizzati di allevamento mirati alla massimizzazione dell’efficienza di impiego di risorse alimentari e 5.2. Progetti di sistemi ottimizzati agro-zoo-forestali per la collina interna
appenninica.

Il primo dei due Workshop si è svolto durante la mattina del 26/05/2022 nell’Azienda Agricola Il Cerreto. L’incontro si è svolto grazie alla disponibilità dei tecnici aziendali, in particolare dell’agronomo aziendale e del mandriano. Al Workshop hanno partecipato anche tecnici, quali, ad esempio, la Dott.ssa Veterinaria Francesca Pisseri e alcuni suoi collaboratori, i ricercatori del gruppo di ricerca in Agroecologia dell’Università di Firenze e gli studenti del 1° e del 2° anno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze.

L’Azienda Agricola Il Cerreto è stata scelta come sede del Workshop dedicato alla progettazione di sistemi ottimizzati di allevamento mirati alla massimizzazione dell’efficienza di impiego di risorse alimentari in quanto, nell’ultimo periodo, grazie alle capacità dei tecnici aziendali, hanno riportato l’elemento animale all’interno dell’azienda. Tutto ciò è stato fatto nel pieno rispetto delle pratiche agroecologiche e del benessere animale, iniziando così un processo di efficientamento dei processi produttivi aziendali.

La prima parte dell’incontro si è svolta nella parte aziendale dedicata all’allevamento, con la visita ai pascoli e ai boschi dove i bovini vengono allevati allo stato brado, come si può vedere nell'immagine.
L’allevamento al pascolo condotto in azienda, permette alle bovine di  razza Pezzata Rossa, di esprimere i loro naturali comportamenti, nutrendosi di erba, frasche d’albero, arbusti, oltre che di fieni e cereali di produzione aziendale. L’azienda ha così la capacità di autoprodursi tutto il cibo per i bovini, azzerando quindi la dipendenza da input esterni. Molta attenzione è posta anche nelle possibilità e capacità degli animali
di esprimere il comportamento naturale di specie, per questo, ad esempio, i vitelli rimangono a contatto con le madri che li allattano fino a 3 mesi di età: per poter effettuare le mungiture vengono separati da esse alcune ore al giorno, rimanendo tuttavia a contatto visivo. In tal modo si consente agli animali di vivere la naturale relazione madre-figlio e di prevenire lo stress al momento dello svezzamento.

Durante la seconda parte della mattinata si è svolta la parte dedicata alla discussione e al racconto da parte dei tecnici aziendali della loro esperienza avuta durantela transizione agroecologica, approfondendo le criticità incontrate e tutti i vantaggi di cui l’azienda ha potuto e potrà godere grazie a questo nuovo ramo produttivo. I tecnici aziendali e esterni hanno riconosciuto la difficoltà, dovuta soprattutto alla mancanza di esperienza pregressa, nel programmare e inserire in rotazione i prati-pascoli dedicati all’allevamento all’interno della programmazione aziendale che fino al momento della transizione era dedicata interamente alle produzioni vegetali. Inoltre, un’altra criticità, dovuta principalmente al contesto sociale e produttivo in cui è inserita l’azienda, è stata trovare le professionalità capaci e competenti per mettere in atto la transizione agroecologica.
I tecnici hanno sottolineato che una transizione di questo tipo porta ad una maggior resilienza dell’azienda, essendo più indipendente nei confronti di input esterni, sia per quanto riguarda le razioni di cibo degli animali, totalmente prodotte in azienda, sia per quanto riguarda il mantenimento della fertilità dei suoli, grazie all’utilizzo di letame proveniente dall’allevamento. Inoltre, l’inserimento dell’elemento bovino in azienda ha portato ad un’ulteriore diversificazione nelle produzioni aziendali, aumentando ancora di più
la resilienza del sistema produttivo aziendale. Dal punto di vista pratico, i tecnici hanno concordato sul fatto che la gestione al pascolo della mandria non ha portato ad una maggiore necessità di manodopera e, allo stesso tempo, necessita di un investimento iniziale minore rispetto ad una gestione convenzionale, poichè la sala di mungitura ha dimensioni più limitate e la mandria non necessita di una stalla per la stabulazione ma solamente di una tettoia/ricovero.
Infine, da non sottovalutare, il prodotto finale avrà una valore aggiunto in termini di qualità importante.

In conclusione, anche da parte dei tecnici aziendali, c’è una notevole soddisfazione per il progetto di transizione messo in atto nell’azienda, e hanno espresso la speranza che questo tipo di esperienza possa stimolare transizioni simili in altre aziende, riportando l’elemento animale al centro della produzione agricola.

Il secondo Workshop si è tenuto nel pomeriggio del 26/05/2022, presso l’Azienda Agricola Poggio di Camporbiano. Questo Workshop aveva come tema la progettazione di sistemi ottimizzati agro-zoo-forestali per la collina interna appenninica. Durante questo incontro i partecipanti sono stati accolti
in azienda dal titolare, Fabio Alberti, che ha introdotto l’azienda, raccontandone brevemente la storia.

L’Azienda Agricola Poggio di Camporbiano nasce nel 1988, perseguendo fin da subito l’obiettivo di coltivare cibi sani, genuini e in armonia con la natura. Questi sono aspetti della conduzione dell’azienda
e della progettazione futura di questa che sono ritenuti fondamentali per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Fin dalla nascita dell’azienda il metodo di coltivazione utilizzato è stato quello biodinamico.

Oltre agli aspetti precedentemente citati, la progettazione dell’azienda si basa su altri pilastri, quali: la diversificazione nelle produzioni, la vendita dei prodotti esclusivamente diretta in azienda o in piccole botteghe, alimentando così l’importanza sociale ed economica dell’azienda stessa nel territorio in cui
opera. Le produzioni aziendali spaziano dai cereali, con cui vengono prodotti farine e pasta, il fieno, con cui sono nutriti gli animali, formaggi e prodotti caseari in genere, ortaggi e miele. Altra caratteristica importante dell’azienda, di cui è stata riconosciuta l’importanza durante il Workshop al fine di progettare sistemi agro-zoo-forestali ottimizzati per la collina interna appenninica, è stata la indipendenza nei confronti di input esterni, aumentando così, come nel caso dell’Azienda Agricola Il Cerreto, la resilienza del sistema aziendale.
Dopo la prima parte di discussione collettiva sugli elementi imprescindibili della progettazione di sistemi agro-zoo-forestali ottimizzati per la collina interna appenninica, il gruppo è stato accompagnato da Fabio Alberti in una visita che ha dato l’idea della diversificazione e della complessità delle produzioni aziendali.

Come è possibile osservare nelle immagini, la visita ha compreso le attrezzature aziendali, come il mulino e la macchina per l’estrazione di olio da semi oleosi, e l’allevamento, che comprende mucche e capre. Inoltre sono stati visitati anche i campi destinati alla produzione cerealicola e orticola.

Ultimo aggiornamento

02.09.2022

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